La salvia è conosciuta fin dall’antichità per le sue proprietà salutari, ciò che spiega il suo nome, proveniente da salvo che significa appunto “salvare”.
I Galli, in particolare, ritenevano che la salvia avesse la capacità di guarire tutte le malattie e che agisse efficacemente da “deterrente” contro febbre e tosse. Alcuni addirittura credevano che avesse il potere di resuscitare i morti e per questo veniva anche utilizzata nella preparazione di riti magici. I Romani la consideravano una pianta sacra, tanto che esisteva un vero e proprio rito per la raccolta, che spettava a pochi eletti. Questi dovevano addirittura indossare un abbigliamento particolare dopo aver compiuto sacrifici. Nella medicina popolare, già nel Medioevo, veniva usata come cicatrizzante sulle ferite e piaghe difficili da rimarginare. I Cinesi ritenevano che la salvia fosse in grado di “regalare” la longevità: nel XVII secolo, un cesto di foglie di salvia era scambiata dai mercanti olandesi con tre cesti di tè. Nella medicina tradizionale cinese utilizzano ancora oggi la salvia per curare l’insonnia, la depressione, le afflizioni gastrointestinali, le malattie mentali, i disturbi mestruali. Nella medicina ayurvedica, con impieghi analoghi, la prescrivono anche per uso esterno per le emorroidi, la gonorrea, contro la vaginite e le affezioni dell’occhio.
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Aprile 2018
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